sabato 4 ottobre 2014

Stupro della donna e Stupro della terra: una tragica coincidenza



Sono all’ordine del giorno le notizie inerenti allo stupro, all’uccisione, alla  diversificata violenza sulle donne.
Non mi colpisce solo l’infamità della cosa in sé, ma la stretta relazione tra la violenza inferta alla donna  e  quella verso il pianeta vivente.

La cosa è tanto più grave anche perché avviene in un  tempo -  il terzo  millennio – che, riferito al processo di crescita dell’umanità, dovrebbe essere ad un  livello  evolutivo molto alto.
Al contrario assistiamo ad  un  peggioramento dello stato di cose, sia riferito al femminile  che al  Pianeta,  mai come negli ultimi 60 anni così attaccato,  in un processo   innaturalmente  e pericolosamente veloce!

Si abusa della donna e del suo corpo con la stessa feroce noncuranza con cui di abusa dell’habitat. 

La donna e la terra hanno  in comune l’impagabile prerogativa di far scaturire dal loro corpo la vita  e di  nutrire i viventi. 

 

Anche “solo” per questo motivo, l’atteggiamento  nei loro dovrebbe essere di massimo rispetto, amore, preservazione ..
Assistiamo Invece allo scempio di entrambe!  

Diventa quotidiana, in una società necrofila – quella  che follemente ama la morte più della vita -  la violenza  alla donna, e  la   stretta relazione con la violenza alla terra, perché viene compiuto e reiterato assurdamente l’Attacco ad uno stesso Principio – quello della Vita!
Un principio  che è alla base di tutto, ma che ad un essere umano insano  appare come una minaccia, un freno alla sua sete di potere,   al suo bisogno di dominare e  di possedere, di appropriarsi  delle  cose e delle  persone …

Paradossalmente, quello stesso principio necrofilo – che ha tristemente dominato  nei  circa  seimila anni del sanguinoso tempo storico dell’umanità - sembra oggi essersi concentrato in una sorta di  mostruosa cristallizzazione -  continuando a  generare   guerre,  corruzione politica  e sociale,   un’economia malata,   e  l’agghiacciante  Stupro del pianeta, con  l’inquinamento generalizzato e ormai quasi introllabile,  i rifiuti radioattivi nascosti ignominiosamente nel ventre della terra e nei suoi meravigliosi  mari e oceani,  lo sfruttamento selvaggio del territorio per ab-usare senza freni delle sue risorse:  fino all’oro nero, il cui sfruttamento senza limiti  corrompe irrimediabilmente  l’ambiente, dopo aver  demolito la nostra mente con lo specchietto  per le allodole di un guadagno per giunta di poco conto e soprattutto non etico,  certo  a favore  delle  multinazionali ma  distruttivo  della  salute nostra e delle  future generazioni.

Ci si vanta  a tutto spiano  del “Progresso” in tutti i campi, ma ciò    appare spropositato e  risibile, se guardiamo la profonda crisi che attanaglia  oggi  tutti i campi del vivere, e se ci accorgiamo della sofferenza generalizzata  per  l’assenza  di quello stato  di benessere fisico -psichico - spirituale cui  ciascun essere umano aspira e   che dovrebbe poter  raggiungere  nel corso della vita,  e prepararlo per le future generazioni.

Ritornando allo stupro, esso non esisteva nemmeno come termine  linguistico, tanto era inammissibile, presso popolazioni  come gli Indiani d’America,  che abbiamo provveduto a  distruggere  anche  culturalmente:  sembra che avessero una buona vita,  vivendo  in armonia con la natura, prendendo da essa ciò che  serviva loro per vivere e non  di più. 

Non a caso vengono ricordate le  sagge parole di un grande capo indiano, “Questo noi sappiamo: “la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra”






 
Un monito oggi diventato prerequisito  essenziale per un grande cambiamento  di rotta, per la sopravvivenza stessa del genere umano: perché di questo si tratta ..

Anche uno sguardo al passato più remoto, precedente  i famigerati tempi storici, potrebbe darci lo spunto per utili riflessioni .. .Nelle più antiche e misconosciute civiltà matrilineari le donne erano rispettate e divinizzate, proprio perché incarnavano  quel principio della Vita  che permetteva al genere umano di perpetuarsi: ed era il neolitico!

  

Nei magnifici affreschi della civiltà cretese, donna e natura appaiono magnificate e onorate; il fatto stesso che vestissero  normalmente in topless, al pari delle loro dee, senza che nessuno ardisse  solo pensare di non rispettarle,  la dice lunga su quanto dobbiamo ri-programmare il nostro modo di concepire la vita, prendendo esempio nei valori da coloro che - nel nostro  megalomane, cieco orgoglio nella nostra superficialità e ignoranza -   abbiamo bollato come selvaggi o barbari privi di senno …

 Teri Volini

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