sabato 7 marzo 2015

GIORNATA DELLA DONNA, SOLO UNO SPRECO DI MIMOSE?



Immersa nel biancore della neve arriva  la
15ª Giornata Internazionale della donna del 3° millennio,
istituita per commemorare la morte di 129 operaie a New York - scioperanti contro le terribili condizioni di lavoro cui erano legalmente obbligate - rinchiuse nella fabbrica tessile, e lì arse vive l’8 marzo 1908

Altre date segnalano la vivacità dell’ interesse per le donne all’inizio del XX secolo in Germania, Austria, Svizzera e Danimarca, dove la giornata della donna fu tenuta per la prima volta il 19 Marzo 1911.Poi la guerra, ma già nel ‘17,  l’8 Marzo ricordava l’inizio della rivoluzione russa. Di seguito, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a  Mosca, fissò all’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia”. In Italia, fu l’ UDI - Unione donne italiane, nata ‘44 –a designare l’8 Marzo ‘45 “Giornata della donna”, celebrata  poi nel ‘46 a livello nazionale, mentre  le Nazioni Unite la fissarono a livello planetario nel 1975, Anno Internazionale della Donna.

La  “Festa della donna” dovrebbe  innescare - a mio avviso - una serie di riflessioni molto approfondite sulla situazione storica femminile, di   cui le stesse donne hanno una conoscenza  scarsa, quando non modellata  da una  cultura ufficiale  convenzionale e non aggiornata da più autentici punti di vista. 
                                                                      Fa specie che la condizione femminile registri  ancora così tante  situazioni problematiche, da costringerci a forgiare nuovi termini, come
Femminicidio (© Lagarde) e Femminilicidio (© Volini), per sottolineare  l’inammissibile violenza contro la donna, e in generale contro la vita e la  natura.

Fraintendimenti 

Gli ottimi presupposti all’ormai ultra centenaria  “Giornata”  vengono tuttavia compromessi da una serie di equivoci di cui le donne stesse sono responsabili, e che non vanno sottovalutati,  dal momento che rallentano la soluzione delle criticità collegate non solo alla questione femminile, ma all’evoluzione della società tutta .. 

Ho la netta sensazione che, come su un relitto sommerso si formano incrostazioni che finiscono per inglobarlo, deformandolo e confondendone la forma e la sostanza, allo stesso modo il fenomeno di alterazione investe importanti problematiche, mutandone  il senso originario, trasformandole impercettibilmente in qualcos’altro:  curiosamente conforme ai parametri della società consumistica, che detta e impone le sue leggi in ogni ambito, secondo la sua convenienza.  
 
Nella grande confusione che s' ingenera, assistiamo al reiterarsi di  un conformismo camuffato, che assume i profili più diversi: alcuni  scontati nella loro volgarità, come i festini con spogliarello maschile, le cui partecipanti  ritengono che l’emancipazione consista  nello scimmiottare  le modalità del peggiore maschile patriarcale; ma anche insospettabili manifestazioni pseudo culturali in realtà pretestuose e superficiali, che non scendono al cuore delle cose e alla ricerca di soluzioni valide e ad ampio raggio.

Tante donne, e non solo le più giovani, non si accorgono di farsi gestire dalla scaltra cultura dominante, che invece dovrebbero mirare a cambiare in senso migliorativo, tramite  alte dosi di sana informazione e di consapevolezza,  e seguendo l’esempio che le  nostre antesignane hanno coraggiosamente s/offerto per prepararci il Campo dei diritti.



Donne Epigoni del patriarcato

Non  è affatto scontato che le donne rappresentino o incarnino il femminile, si assiste anzi ad una sorta di “tradimento” di quel valore da parte di molte rappresentanti del “gentil sesso”.
Troppe donne aderiscono  a modalità contrarie a quel valore, che attiene tutto ciò che onora la vita, l'Autenticità, la Dignità, la Libertà, la Responsabilità dell’essere.




 Ne sono esistite in tutta la storia: ma se la ferocia dei tempi in qualche modo  giustificava  comportamenti dettati  dalla sopravvivenza o dall’assenza di leggi garanti (come ancora succede in paesi di estremismo religioso o dittatoriali),  per donne che vivono in   società  bene o male democratiche  e civili, risulta molto più grave la scelta di adeguarsi ai non-valori patriarcali  e di imitarne le prassi nella  sete di potere, fama, danaro, per arrivismo, fatuità e ignoranza ben coltivata,  o solo per pigrizia, opportunismo o accomodamento in uno status quo vantaggioso.


Inconsapevoli  del danno che fanno a sé stesse e all’intero corpo sociale, di cui rallentano l’evoluzione,  costoro stringono alleanze  con il sistema dominante, accettandone le regole e i modi di pensare e di agire, avversano le altre donne, specie quelle che si tengono lontane da tutto ciò,  non ne riconoscono il valore o ne ignorano le capacità e i meriti, osteggiandone  la dignità delle scelte:  in realtà creando un muro contro il  Femminile, intaccando inesorabilmente la propria autenticità, libertà, creatività, felicità, consapevolezza,  espansione, lealtà, armonia…


Ripristino del Principio Femminile

Ciò che va fatto è  improrogabilmente difendere,  sostenere  e condividere  il Principio Femminile e i valori connessi, come verità, rispetto, coraggio, fiducia,  generosità,  gentilezza, intuizione, cura, sostegno, discernimento, integrità, correttezza, intelligenza, saggezza, conoscenza,  riconoscimento,  nutrimento, sensibilità…  ciò che dà senso alla Vita!


Ma attenzione!
Il Principio Femminile non è ad uso esclusivo delle donne, tutt’altro!
Esso è inclusivo di uomini e donne di buona volontà, base
essenziale per un nuovo stile di vita, non più impostato sulla 
competizione, ma sulla cooperazione e l’apprezzamento di ogni 
Persona che proponga la Cosa Giusta e di qualità. 

I valori di cui il Principio Femminile originario
è portatore, devono crescere e affermarsi, non solo per il bene delle donne, ma di tutti gli esseri e del pianeta che ci ospita.

Solo se tale valore universale verrà onorato e  condiviso da ciascun essere umano;
se verrà riconosciuto, assimilato, direi “adottato”, dalle donne e  dagli uomini - che identificando   la modalità patriarcale come  inutile e distruttiva,  se ne allontanano-    si contribuirà  al ripristino di “titoli” di  coscienza,  dignità, solidarietà, giustizia, amore, bellezza,  pace..



Bene Comune fondamentale, indispensabile per l'evoluzione,  esso si realizza solo con questa complicità, solidarietà e compartecipazione.

 In caso contrario, non  potremo aspettarci miglioramenti reali, e l’8 marzo diverrà sempre più il Trionfo dell’Ipocrisia, un’inutile farsa.


Come atto simbolico di servizio all'umanità, proponiamo  un aggiornamento della Giornata Internazionale, per dedicarlo non solo alla donna, ma al Principio Femminile: a questo bene, a questa crescita materiale e spirituale, a questo balzo evolutivo che porta  alla nuova Terra, alla nuova Umanità
Teri Volini






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