sabato 10 dicembre 2016

mercoledì 30 novembre 2016

Un altro femminicidio in Basilicata

 

Targa per Grazia Gioviale, vittima della violenza del maschile disadattato
e di una cultura non evoluta...

      
Purtroppo la nostra regione non è esente dalla violenza di genere: vanta anzi un triste primato, quello dell’ampia nomea di alcune delle vicende più tragiche, come quella di Elisa Claps, nota a livello internazionale. La studentessa 16enne scomparve nel ‘93, e solo 17 anni dopo se ne scoprirono i resti nel sottotetto di una chiesa a Potenza. Per l'omicidio è stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, ma le indagini continuano, per i dubbi degli investigatori su presunti silenzi nell'ambiente ecclesiastico locale.



Un cambiamento radicale

Il fenomeno non accenna a scemare, né sembrano valere leggi restrittive o minacce di punizioni: ciò che occorre è un mutamento culturale, un cambio radicale della mentalità comune! Proviamo a partire da una breve riflessione sulle motivazioni che “portano” al femminicidio. Cosa c’è alla base di quest’odio, di questa violenza, se non il desiderio - da parte di un maschile profondamente malato - di avere il possesso, il controllo sulla donna?

In verità, questo è ciò che é avvenuto in tutto il tempo storico, ed ancor oggi una cultura non sufficientemente equilibrata produce uomini facili alla paranoia, non disposti a dare rispetto né protezione, né a capire il vero significato dell’Amore, che mai può essere potere, costrizione, uso della forza, desiderio di annientamento di un altro essere .. compresi se stessi e gli stessi figli, spesso coinvolti nella follia distruttiva.


Ma c’è di peggio: ci rendiamo conto che la violenza non si dirige “solo” contro la donna, ma è sempre più un attacco generalizzato contro il Principio stesso  della Vita, di cui il femminile è portatore! Invece di onorare il Valore che ciascuna creatura femminile condivide, e da cui dipende il futuro di ogni specie vivente, nel 3° millennio si abusa della donna e del suo corpo con la stessa feroce noncuranza con cui di abusa dell’habitat.



Il conio di un nuovo termine può aiutare

Lo stupro della donna e quello della terra avvengono in contemporanea. Queste considerazioni mi hanno spinto a coniare un termine ancora più complesso rispetto a femminicidio, inclusivo di quella terribile doppia violenza: il FEMMINILICIDIO: esso ci fa capire che è in gioco la sopravvivenza stessa del genere umano e del pianeta vivente.

Non si tratta di un gioco linguistico, dal momento che il termine dichiara l’attentato di una parte insana del genere umano a sé stesso: distruggendo la femmina che porta nel suo ventre le generazioni, le nutre e se ne prende cura da secoli; distruggendo l’ambiente in cui vive e che gli permette di vivere, di respirare, dissetarsi, nutrirsi, e di godere della bellezza, se lasciato intatto e incontaminato. Paradossalmente, quello stesso principio necrofilo, basato sulla pratica costante e mitizzata della guerra e della violenza, dopo aver dominato per i circa 6.000 anni storici, oggi sembra essersi concentrato in una sorta di mostruosa cristallizzazione - continuando a generare ancora guerre, corruzione politica e sociale, un’economia malata, e l’agghiacciante distruzione del pianeta.


                                                        ...

Un tragico presente, un passato esemplare: L’antica civiltà minoica, una cultura della pace e dell’armonia

Se “la storia” c’insegna che la guerra e la violenza sono esistite da sempre, che sono connaturate al genere umano, che possiamo fare? La gravità della situazione ci porta a chiederci se ciò sia vero, o se non siano esistiti modi di vivere meno deleteri, che possano essere d’esempio per un mondo in cui la pace, il rispetto e la cura della vita siano predominanti, offrendo una speranza a noi umani di oggi. Proviamo a dare uno sguardo al passato più remoto, pre-istorico, poco o niente segnalato dalla storia ufficiale! Scopriremo che nell’Antica Europa, all’incirca tra il 7000 a.c e il 3-2500 a.c, la società era organizzata sulla base di valori egualitari tra uomini e donne (gilania), e solo in un secondo tempo – si parla di molti millenni - una serie di ondate migratorie proveniente dal sud della Russia, ad opera di popoli indoeuropei chiamati Kurgan, imposero un modello androcratico e autoritario (il patriarcato).

Fu la meritoria studiosa Marija Gimbutas a scoprire con i suoi ritrovamenti archeologici le prove concrete di una modalità pacifica alle origini dell’umanità: "Tale cultura trasse intenso piacere dalle meraviglie naturali di questo mondo. La sua gente non produsse armi letali, né costruì forti in luoghi inaccessibili - come avrebbero fatto i successori - neppure quando conobbe la metallurgia. Eresse invece magnifiche tombe-santuari, templi, case confortevoli in villaggi di modeste dimensioni e creò superbe ceramiche e sculture.

Fu questo un periodo di notevole creatività e stabilità, un'età libera da conflitto". 1)
La sua rivoluzionaria scoperta distrugge la tesi dell’esistenza ab origine della guerra e della violenza come connaturate all’essere umano.

Anche la civiltà minoica possedeva tali caratteristiche, ed in tutte le più antiche e misconosciute civiltà matrilineari le donne erano rispettate e divinizzate, proprio perché incarnavano quel principio della Vita che permetteva al genere umano di perpetuarsi: ed era il neolitico! Nelle splendide immagini degli affreschi della civiltà cretese sopravvissuti ai cataclismi che ne determinarono la scomparsa, è possibile vedere chiaramente quanto elevata fosse la considerazione delle donne: sacerdotesse, tessitrici, creatrici di alta moda, alla guida di carri e capaci persino di toreare insieme ai maschi, in modo incruento, nel gioco della taurocapsia … Oggetto di rispetto come rappresentanti in terra della divinità, esse potevano andare in giro in topless, mostrando il loro seno e l’ombelico come segni di bellezza e fecondità, e come tali, intoccabili da violenza e sopraffazione, dal momento che il loro corpo era considerato sacro... 2)

Di fronte alle prove dell’esistenza di civiltà che si espandevano in bellezza e pace, come nei ritrovamenti dell’Antica Europa e nelle immagini mitologiche di Creta, c’è il riconoscimento del Principio della vita, del Valore femminile e della nostra unità con la Terra: tutto ciò a cui dobbiamo fare ritorno per la sopravvivenza ecologica e dell’umanità, e per cancellare definitivamente dal nostro vocabolario termini come femminicidio e femminilicidio.

Nota 1) Marija Gimbutas, Il Linguaggio della Dea, Longanesi, 1989
Nota 2) Teri Volini, Il modo di vestire delle nostre antenate. Delta Edizioni, 1996


articolo pubblicato su La Grande Lucania  nov./ dic. 2016





Parlando  d’inquinamento, ci riferiamo di solito alla cappa incombentesulle nostre città soprattutto nei mesi invernali: gas di scarico di automezzi, fumi di  caldaie, ciminiere di fabbriche e quant'altro. Lo smog è per tutti  un  grosso problema, segnalato  ufficialmente dai  bollettini, che stilano periodicamente classifiche dei luoghi più esposti e dei rischi per la popolazione.    
Esiste però anche un tipo di minaccia per la salute, meno visibile ma altrettanto rilevante, presente nei luoghi dove abitiamo e lavoriamo. Negli edifici esistono grossi problemi legati a sostanze contaminanti usate in edilizia, capaci di creare una sensibilità non facile da focalizzare: tutta una serie di sostanze chimiche presenti in strutture e arredi.

Quando non c’è  limite al peggio

Se in molti casi tali effetti non erano noti in passato, e man mano che venivano  scoperti si  provvedeva a eliminare le sostanze venefiche, in molti altri casi  siamo ancora a rischio, per i casi di omertà costruttive al limite del crimine, con uso di terre e  sabbie di dubbia derivazione, materiali impregnati addirittura di sostanze radioattive, con le immaginabili conseguenze.   
Ma anche senza arrivare ai casi estremi,  sono diversi negli ambienti  interni i disturbi da inquinanti, classificati come “Sindrome da edificio malsano” - mal di testa,  torpore,  irritazioni agli occhi, nausea,  sonnolenza etc.  -  Uscendo e allontanandosi dai luoghi incriminati, i sintomi si attenuano o scompaiono:  ma bisogna “sapere”,  essere consapevoli del problema ed eliminare le cause, per evitare i danni.
Il distacco dalla natura 
Oggi la popolazione urbana trascorre gran parte del proprio tempo in luoghi chiusi, respirando suo malgrado un’aria a più livelli insana: gas di combustione dei fornelli, fumo di sigaretta, diretto o passivo; prodotti chimici per la pulizia della casa (zeppi di ftalati  persino e soprattutto nella parte più “piacevole”, il cosiddetto profumo!) etc.

D’altronde, a causa del nostro distacco dalla natura  e grazie all’incessante pubblicità, in solo 50 anni i prodotti chimici hanno sostituito completamente  i tanti rimedi naturali usati per secoli, che all’indubbia efficacia univano l’innocuità.
Anche l’uso massiccio di televisori, computer, cellulari, etc. contribuisce a un tipo d’inquinamento molto subdolo, perché invisibile: quello elettromagnetico, specie oggi che l’onnipresente wifi coinvolge anche coloro che non ne fanno direttamente uso, bambini, anziani e ammalati compresi. Nessun tipo di cautela viene suggerito a tale proposito, nemmeno di tipo precauzionale.
Per quanto riguarda gli arredi, ci sono  i veleni contenuti nei mobili di legno trattato – antitarlo  e simili - o nei truciolati, compattati con collanti dannosi, come la  formaldeide, usata per tanto tempo prima di conoscerne i grossi danni. Ci sono poi i coloranti delle stoffe e degli oggetti, gli allergeni, gli acari, le  muffe, etc.

Qualche piccolo  rimedio

In attesa di un’auspicata maggior attenzione legislativa e ad un controllo ufficiale veramente adeguato “a monte”, cosa possiamo fare per attenuare in qualche modo i danni? Cambiare l’aria almeno una volta al giorno (sempre che  quella esterna sia abbastanza pulita,  scegliendo gli orari più favorevoli, di minor traffico o dopo che il vento o la pioggia l’hanno schiarita) può servire? 
Certo è utile sostituire i prodotti chimici per la pulizia di casa, biancheria e personale con altri più naturali: ricordarsi che su tutto rimangono residui dannosi, nelle fibre dei capi, sulla pelle,  e che molti cosmetici o saponi subiscono  la presenza di conservanti, additivi e ogni sorta di elementi a rischio.
Contro le muffe e i funghi che  si formano  in bagno o in cucina, controllare  le perdite d'acqua e stendere i panni all’esterno...
Nei luoghi di lavoro sistemare stampanti  fotocopiatrici, macchine termiche in apposite stanze ventilate o comunque lontano dalle scrivanie, e badare agli inchiostri utilizzati. Ancora maggior attenzione in  casa, osservando equilibrati tempi di lavoro e di vicinanza alle macchine

La lista delle precauzioni sarebbe molto lunga e complessa, comprendendo anche pulizia e manutenzione di radiatori e filtri dei condizionatori d’aria;  le polveri sottili che ci portiamo da fuori e il modo di spolverare; senza parlare dei collanti di tappezzerie, pannelli,  pavimentazioni  e dei mastici, da usare il meno possibile, essendo gomme o resine sciolte in solventi, come toluene, xilene, pentano, nitropropano, benzene e stirene, idrocarburi che per "funzionare"devono evaporare, rilasciando particelle chimiche nell'aria, da noi inevitabilmente respirate.

 
L’aiuto della natura
E proprio dalla  natura da noi ignorata e maltrattata, vengono suggerimenti utili: ad es., al posto  della naftalina -  emicranie, nausea, sindrome da affaticamento  -  meglio  le castagne d’india (i frutti dell’ippocastano), che   sono  antitarme. Per profumare gli ambienti,  alla chimica preferire rametti di arbusti naturalmente profumati, raccolti durante la potatura,  o l’ottima  lavanda e  i trucioli di cedro per  gli armadi.  Una specifica ricerca su manuali di prodotti naturali o in web, fornirà una miriade di consigli utili al proposito!
Non  dimentichiamo inoltre che -  mentre gli umani inquinano la terra a tutto spiano  - le piante non solo contribuiscono a rifornirci dell’ossigeno indispensabile alla vita, ma ci offrono le loro potenzialità anti inquinanti anche in interno, assorbendo  molti  elementi dannosi, elettromagnetismo e  pollini compresi.  Le più efficaci  sono  il filodendro, l’aloe vera, l'areca palmata, il ficus, l’edera, la dieffenbachia e la dracena; il "tronchetto della felicità" agisce contro  formaldeide e  benzolo: insomma, il loro potere è così grande da suggerirne un uso costante, anche per la loro bellezza e la presenza d’un elemento“vivo”.

Teri Volini, artista biofila 




venerdì 11 novembre 2016

Tempa Rossa: sul ponte sventola bandiera bianca.



















TEMPA ROSSA

Sul ponte sventola bandiera bianca 


Articolo pubblicato su La Grande Lucania il  28 ottobre 2016



Trovandovi in Basilicata, tra Potenza e i boschi di  Sellata, verso Anzi, Calvello, Laurenzana, fino a  Corleto e Guardia, sarete  piacevolmente sorpresi dalla bellezza dei luoghi,  dalla magia dei chiaroscuri , dei profumi  delle erbe selvatiche e medicamentose; in primavera, dal giallo aromatico delle ginestre in fiore, dalla delicatezza delle rose canine; in estate  dalle fragoline di bosco occhieggianti tra le chiazze di sole- ombra,  sotto i magnifici  grandi alberi.  Siamo nella zona Camastra Alto Sauro, i cui confini naturali sono la  Sellata a nord,  i monti Arioso, Calvelluzzo , Volturino a ovest; la valle del Sauro a sud e a Est il monte Caperrino (prossimo alle Piccole Dolomiti Lucane).  La popolazione complessiva  è di circa 12.500 abitanti,  su una superficie di 51.560 ettari. Sorprendente il  patrimonio forestale della zona,  con  21.000 ettari caratterizzati da latifoglie, querceti, faggete, castagneti e boschi misti, conifere e cedri. Predominano i boschi formati da cerro, faggio e abete bianco,  che in territorio di Laurenzana offrono un biotipo di estremo interesse.


Una buona Guardia?

Oltre ai fiumi e alle fiumare, molte sono le sorgenti, come testimoniano le numerose fontane anche lungo la strada. I borghi sono suggestivi, e tra gli altri mi ha colpito, avendoci soggiornato per qualche giorno ospite di un’amica, Guardia Perticara. Il paese, con i suoi vicoli stretti, i  portali antichi, le ripide scalinate, le case arroccate e i palazzi in pietra, domina un tratto della valle del torrente Sauro, affluente dell’Agri,  ed è in diretto rapporto con l'area costiera ionica. Grazie a buoni  interventi di recupero post terremoto’80, è armonioso e architettonicamente coerente, con  pietre “a vista",  angoli  caratteristici e piccoli orti/giardini. Francesco Rosi vi ha girato molte sequenze del film "Cristo si è fermato a Eboli". Da notare la vicinanza con Aliano, paese dove soggiornò Carlo Levi, e con altri luoghi singolari da scoprire: calanchi e grotte, panorami  di una solenne grandiosità. Basandosi sulle possibilità d’attrazione turistica, molti abitanti avevano messo su delle strutture di ricevimento, ristoranti, bar, gelaterie, Bed & Breakfast.

La colonizzazione infinita

Peccato che tutto questo sia destinato a finire, dal momento che -  non  bastando   l'invasione di tanti altri territori della regione -  Calvello, Val d'Agri  etc.  - la colonizzazione delle grandi multinazionali  è in ruggente espansione ,  “grazie “ alla solerte compagnia petrolifera Total, insieme a Shell e Mitsui.
L’assedio è già molto avanzato, dato che lo scopo è di  aprire oltre una dozzina di pozzi  estrattivi, alcuni già attivi, altri in attesa di  “licenza”.
Così, ancora una volta,  invece di puntare sulle bellezze del territorio, sul suo patrimonio forestale e agricolo, sulle presenze archeologiche e sulla purezza dell’aria e dell’acqua - e in definitiva sulla salute della gente -   ci si offre in sacrificio alla Total.

Forse è il caso di ricordare che forare la terra per estrarre il petrolio non è esattamente la stessa cosa che farlo per trovare acqua?
Il processo prevede l’immissione di sostanze spaventosamente venefiche,  distruttive a lungo termine: ma tutto è in marcia per la costruzione del centro di trattamento oli, dove gli idrocarburi convogliati tramite una rete di condotte interrate, verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (grezzo, gas combustibile, zolfo, GPL) e poi spediti tramite canalizzazioni interrate differenziate.



La Grande discarica 

La costruzione di un centro di stoccaggio gpl (2 serbatoi interrati della capacità totale di 3.000 m³) dotato di 4 punti di carico stradale - è già attiva a Guardia Perticara; mentre si punta ai 13 pozzi, procede la realizzazione  di infrastrutture di servizio (adeguamento di strade comunali, realizzazione dei sistemi per l'alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento, connessione alle reti esistenti per il trasporto e la distribuzione degli idrocarburi).
Il bello è che - ad ammissione della stessa multinazionale -   “la concessione si trova nel cuore di una regione ad alto valore turistico per la bellezza dei suoi paesaggi; si estende su un territorio geologico segnato da una sismicità non trascurabile e una rete idrogeologica complessa. A queste particolarità si aggiunge un patrimonio archeologico di primo piano”: parola di Total, una delle una delle multinazionali più temibili,  responsabile anche di violazione dei diritti umani in Birmania,  come ha  coraggiosamente mostrato  la regista Milena Kaneva nel suo film Total Denial, visibile  on line.


La consapevolezza  delle priorità

Facilmente immaginabili le conseguenze:  nel Totale  silenzio  ci prepariamo a dire addio non solo alla salubrità dell'aria delle acque e del terreno, ma a tutte le coltivazioni già presenti sul territorio e che dovrebbero invece essere potenziate, vista l’importanza che la buona agricoltura ha sulla nostra salute e sulla nostra vita:  è a questo che si dovrà tornare, anche puntando su di essa dal lato economico e  occupazionale.
Fortunatamente è ciò che sempre più viene fatto da  imprenditori lungimiranti  e da amministratori coscienti e bene informati, laddove emerge la consapevolezza  di ciò che è veramente importante nella vita. Se basate su etica e  conoscenza, le nuove metodologie imprenditoriali in agricoltura possono coniugarsi con gli antichi saperi, con ciò che di meglio offre il “nuovo”, per essere la via che si dovrà - e che converrà -  percorrere: quella dell’agricoltura biologica, cioè organica, naturale, non intensiva, non inquinata da pesticidi , concimi chimici etc.
Tutto il mondo più avanzato e  consapevole si sta decisamente orientando in tal senso, dopo aver visto i danni immani che il cibo industriale -  spazzatura -  provoca, incrementando  ogni sorta di malattie, in primis le cardiopatie , i tumori, il diabete , le allergie etc.  Senza considerare l’enormità e la permanenza del Danno sul territorio.


Einstein era ottimista?

Si obietta che il “petrolio”crea lavoro: ma che cosa valgono quei soldi infetti, rispetto alla salute del territorio e delle persone? Dei bambini? Com’è possibile che si chiudano gli occhi sulle conseguenze per le future generazioni? Non è sufficiente osservare cosa  è successo  negli altri luoghi già contaminati da questa devastante presenza,  i registri tumori che aumentano all'infinito, l'agricoltura compromessa per sempre?  Chi può essere tanto lobotomizzato (comprese le vittime dirette, presenti e future) da non rammaricarsi  di fronte alla rovina di ciò che è essenziale, l’acqua, l’aria, le coltivazioni, gli uliveti, gli alberi da frutta, le granaglie  e gli orti che qui sorgono dappertutto, in particolare nelle zone pianeggianti dei luoghi  sotto attacco? Di fronte al fatto incontestabile  che  questi  territori sono destinati all’avvelenamento Totale, per essere poi miseramente abbandonati a fine sfruttamento, come accade  similmente in tante parti del mondo sottoposte al “trattamento” ...

Era troppo ottimista Einstein quando diceva che gli umani usano solo l’1% della loro intelligenza, per non parlare dell’anima…  

Teri Volini


Link film Total Denial, visibile in web - regista Milena Kaneva http://www.documentarytube.com/videos/total-denial-film-by-milena-kaneva


Total Denial è il racconto di una storica azione legale: quindici abitanti di un villaggio situato nella giungla della Birmania, fanno causa a un gigante dell'industria del petrolio responsabile di violazione dei diritti umani. La battaglia, durata dieci anni, si è conclusa con quella che sembrava una vittoria impossibile. Ed è anche la storia di Ka Hsaw Wa, uno dei leader del movimento per la democrazia in Birmania dal 1988. Ricercato dalla polizia anche in Tahilandia, si è nascosto per più di sette anni nella giungla, raccogliendo le prove di migliaia di abusi, un genocidio silenzioso appoggiato dall'esercito e finanziato dalle compagnie petrolifere Total e Unocal. Il documentario è stato insignito del Premio speciale per i diritti umani allo One World Festival 2006 di Praga
Milena Kaneva (Rousse, Bulgaria), , ha studiato recitazione presso la Sofia Theater and Film Academy. In Italia dal 1987, inizia a lavorare come giornalista e produttrice, realizzando reportage in Europa orientale, Africa e Sud America. Nel 2000 realizza il suo primo documentario, The Initiation.


Link alcuni  articoli Teri Volini sul tema:

2015
Il Popolo dei Baccelli- Pubblicazione Articolo su Grande Lucania business -
Trivelle di morte e trivelle di vita di vita- su La Grande Lucania business  http://terivolini.blogspot.it/2015/07/trivelle-di-morte-e-trivelle-di-vita.html

4 luglio-  Pubblicazione per lettura integrale dell’articolo sulle alternative al petrolio La rivincita del Pyrococcus furiosus  Ovvero: è possibile fare a meno del petrolio? Già pubblicato su La Grande Lucania maggio – giugno su blog:

Pubblicazione art su blog Apocalipse Now? 7 - 7 -15


2016

IO MI FACCIO IN 4 PER LA NATURA, E TU? Contro le trivellazioni votiamo SI il 17 aprile
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/io-mi-faccio-in-4-per-la-natura-e-tu.html

Un Concetto di Arte al Servizio del Mondo in link - Alcune Opere di Teri Volini
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/un-concetto-di-arte-al-servizio-del.html

La pungente paladina della lotta per l'agricoltura sostenibile
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/condivisione-del-testo-integrale.html

aprile 
maggio 
una torta come strumento di distrazione di massa 
http://terivolini.blogspot.it/2016/05/una-torta-come-strumento-di-distrazione.html










martedì 6 settembre 2016

Il  compleanno della multinazionale


ARTICOLO PUBBLICATO SU LA GRANDE LUCANIA  business 
nel   LUGLIO 2016 





Un intenso e completo battage pubblicitario ha interessato la “celebrazione” del cinquantenario di una delle più note marche di detersivi Italiane. Siamo così venuti a conoscenza che anche le multinazionali festeggiano l’anniversario,  e non con una festicciola qualunque,  ma in pompa magna, e con apparizioni mediatiche reiterate, soprattutto televisive.
La nota ditta di detersivi in questione si è affermata sul mercato da mezzo secolo e “grazie” ad essa - come viene confermata dagli slogan inneggianti -  viene confermata la sua “benemerita” azione nei confronti dell'umanità, che fino a quel momento si era dovuta accontentare di un pulito e di un bianco  - di asciugamani, tovaglie, calzini e  camicie -  “imperfetto”.
Meno male che una volta arrivato il Detersivo Miracoloso, tutto ciò sia cambiato,  ed ogni casalinga abbia potuto iniziare la Gara del “bianco che più bianco non si può”,  mostrando al mondo intero, (o almeno al condominio),   quanto splendenti, addirittura abbaglianti,  potessero essere le sue lenzuola, federe e mutande: altro che quelle della vicina!  

La lobotomia della mente

Peccato che al contempo – “grazie” alla multinazionale e alle sue consorelle, “grazie” ai tremendi componenti chimici presenti nei detergenti, “grazie” alla loro spinta pubblicizzazione come mezzo di liberazione della donna dalla fatica del bucato, che ne permetteva e favoriva l’utilizzo sfrenato; “grazie” all'ignoranza indotta del danno che essi  procuravano giorno dopo giorno, anno dopo anno -  si sia compiuto in quel mezzo secolo l'inquinamento di ogni fiume, torrente,  mare, ruscello e lago del mondo... L'influsso di questi veleni nella distruzione dell’ambiente è pari solo al condizionamento pubblicitario a senso unico operato sulle menti degli “ignari “ consumatori,e  delle donne in particolare,  dato che ad esse è stato delegato il ruolo di “lavandaie” della famiglia.


Scaffali  traboccanti

Un condizionamento mediatico tanto grande e diffuso da non cessare nemmeno quando il danno è stato rivelato e si sono conosciute le sostanze chimiche presenti nei prodotti, la loro pericolosità e le conseguenze dell’inquinamento anche sulla nostra salute, ovviamente:  ma “forse” ancora non è che tutto chiaro che ciò che facciamo alla Terra ha dirette conseguenze su tutti gli esseri, e quindi su di noi, ingrati abitatori del Pianeta ... Tuttora gli scaffali sono colmi di detersivi per tutti gli usi, e si continua ad usarli ad oltranza, senza neanche immaginare che il rischio  non si trovi tanto  nei famigerati "germi" contro cui  viene  scatenata una  serrata lotta quotidiana, ma paradossalmente proprio nei  "profumati" e letali detergenti, infestàti tra l’altro dagli Ftalati, e a cominciare dai loro stessi contenitori. E i più esposti  sono proprio i bambini che si pretende di proteggere: ne scrissi diffusamente sul  mensile (agosto 2015) nell’articolo  La paperella assassina, consultabile sul mio blogagosto/settembre 2015
link http://terivolini.blogspot.it/2015/11/la-paperella-assassina-articolo.html



Semplici alternative

Resta salvo il ripiego delle consumatrici e dei consumatori più consapevoli su prodotti meno deleteri, sebbene industriali ... Già questo è positivo, ma la maggior parte della gente, accecata dall’abitudine, non immagina neanche quanti prodotti semplicissimi ed assolutamente  naturali possano essere utilizzati con grande vantaggio - anche del portafoglio -  al posto di quelli  venefici e per giunta costosi! Una lista non esaustiva comprende il formidabile bicarbonato di sodio, il sapone tipo Marsiglia, l’aceto di vino bianco, la cenere di legna che veniva usata per il bucato e che fa brillare l’acciaio e il vetro, l’acqua di cottura della pasta, del riso, delle patate etc. etc.  Tutte cose su cui gli accaniti abitués del chimico sghignazzano, invece - guarda un po’-  funzionano benissimo. Siamo forse dei masochisti?
O davvero pensiamo che i nostri nonni  e nonne non si lavassero e non conoscessero tutti i rimedi per smacchiare  e  pulire alla perfezione gli oggetti, anche quelle  preziosi?

 Alla fine, ci sono cose del passato che  possiamo recuperare, in questo e altri ambiti,  per evitare  altri guai al pianeta e a noi stessi.
Se no,
a che serve l’intelligenza di cui siamo stati dotati?
In contemporanea / alternativa, chiediamo con fermezza - sospendendone  l’uso  fino al raggiungimento dello scopo -  che le ditte si diano da fare per eliminare tutte le sostanze dannose, ma proprio tutte! È una maniera molto potente di agire,  da parte del consumatore, l’unica che viene “ascoltata” dalle ditte  produttrici, e ad essa dobbiamo i tanti cambiamenti migliorativi che si sono finora concretizzati …


Lentezza della mente

La velocizzazione estrema della vita è solo una delle cause della nostra  colpevole disattenzione,   ma i ritmi sostenuti  sono non a caso in relazione con una  indotta “lentezza” della mente umana nel mettere in relazione  le cause con gli effetti: altrimenti capiremmo in un lampo che cosa determina il deterioramento dell’ambiente e provoca la nostre malattie, da quelle più gravi, ai problemi della pelle, asme, allergie etc. Non possiamo non pensare di non essere corresponsabili, perché basta moltiplicare le conseguenze dell’azione personale per migliaia, milioni, miliardi di persone al giorno e allora tutto ci apparirà più chiaro ... E questo naturalmente vale per tutte le nostre azioni, che dovrebbero essere virtuose, ma purtroppo ancora non lo sono. Occorre sicuramente e in fretta cercare soluzioni,  che non vedano la Terra come un oggetto da dominare e sfruttare e noi, inconsapevoli quanto tragicamente autodistruttivi   sfruttatori.

Teri Volini, artista biofila 

Luglio 2016


lunedì 5 settembre 2016


Teri Volini, artista biofila
Opera dipinta su pannello e donata alla città di Potenza

Titolo: I CICLI DELLA VITA.  L’ETERNA RINASCITA




Esposizione su viale Dante a Pz 


 Dipinto estemporaneo in Installazione cm.90x110 ca 



           

La triade coloristica nero-bianco-rosso è alla base dell’opera L’ETERNA RINASCITA
dipinta su pannello e donata alla città di Potenza

Questi sono infatti i colori che – su fondo nero-  compongono  
i  tre dischi  di eguale dimensione  alla base del dipinto

Essi presentificano,  nella scansione del nero, del bianco e del rosso, l’Eterno divenire, il ciclico ritorno della vita, la periodicità su cui si basa sopravvivenza dell’umanità e di tutti gli esseri e i sistemi viventi, nella universale corrispondenza del micro e del macrocosmo.

NERO - Al di là delle attribuzioni coloristiche convenzionali, il nero qui  simboleggia la morte non in senso letterale di fine assoluta, bensì come pausa, attesa  silente della rinascita …

Il tutto qui ed ora, riferito al corpo fisico, alla terra e all’universo: difatti è all'interno del buio grembo che si forma e cresce il Seme da cui si svilupperà un nuovo essere vivente, ed è nero il fertile terreno, nelle cui scure viscere il seme vegetale riposa, per germogliare in primavera …


BIANCO - Il bianco  porta il movimento,  la pienezza, l’espansione: l’Uovo femminile si offre, esponendosi all’amoroso assalto degli spermatozoi, qui ordinati in una raggiera splendente

Uno solo di essi sopravviverà, attratto nell’uovo: di qui la tensione estrema di questa schematica radianza, che rappresenta la drammatica istantanea di quell’attimo sospeso tra possibilità di vita e caduta di quella possibilità … 
Sarà l’Uovo a decidere energeticamente  quale fra gli spermatozoi far entrare: solo quello consone,  solo quello con il potenziale  pronucleare esattamente corrispondente al pronucleo femminile…

ROSSO - Ma non sempre questo accade: ed è allora la fase del rosso, al cui potere energetico vitale universale si aggiunge quello umano femminile mestruale: perdita momentanea di una possibilità, ma anche segno visibile della speranza di vita nella rigenerazione ciclica.
Questo sangue - che con il suo apparire ciclicamente  mette in connessione inequivocabile la donna con la luna e il cosmo- è tabù nel senso originario del termine , equivalente a sacro, importante,: ed è l’unico sangue etico, in quanto non proveniente da ferita o uccisione: presso gli umani, infatti, sgorga naturalmente dal corpo della donna, co-creatrice e contenitrice dell’unico,  effettivo Seme della vita.

Teri Volini, artista biofila 

giovedì 4 agosto 2016

Reading poetico pubblico

  4 agosto. Potenza - Partecipazione a

sabato 30 luglio 2016

mercoledì 15 giugno 2016

LA RESISTENZA DI MAXIMA- articolo pubblicato da La Grande Lucania Bus - maggio – giugno 2016



La resistenza di Máxima: una grande lezione per gli indifferenti


Sulle Ande peruviane, nella regione di Cajamarca, a oltre 4.000 metri, vive Máxima Acuña de Chaupe, una piccola grande donna senza paura: Ricca solo della sua dignità, è stata in grado di opporsi ad una potente multinazionale, che pretendeva la cessione dei 25 ettari di terreno di proprietà della sua famiglia, utili al progetto estrattivo, per le distruttive escavazioni di una miniera d’oro e di rame a cielo aperto. Le conseguenze sull’ecosistema andino erano molto gravi: la simpatica escavazione avrebbe presto sostituito cinque laghi sorgivi e si può facilmente immaginare quanto pesante sarebbe stato il danno ambientale, faunistico e quello per l’agricoltura e per le popolazioni locali.

Dov’è finito il senso critico?

La resistenza di Máxima – e la sua vittoria - è stata – e continua ad essere – ricca di implicazioni molto estese, e ci chiediamo come ha potuto una piccola donna peruviana - per giunta analfabeta - riuscire a vincere contro una potente multinazionale, quando noi troviamo difficoltà persino a capire dove sta il dannoquando entrano in campo queste forze distruttive sui territori da noi abitati. Proviamo a capirlo. Noi cittadini di un occidente acculturato - nonostante la scolarizzazione,i libri, i giornali, i diplomi, le lauree, e la tv,i computer, i tablet, i cellulari etc , che offrono una possibilità d’informazione quasi illimitata e in tempo reale, siamo in realtà ridotti a puri contenitori – direi vittime – di una mole enorme di dati, tra i quali però non riusciamo più ad operare scelte di priorità, fondate sulla salvaguardia nostra e dell’ambiente in cui viviamo.  d’altra parte come dimenticare che tutta la nostra vantata cultura , è in realtà modellata a senso unico, essendo basata ossessivamente sulla “crescita” ad oltranza e sul vantato“progresso”. In realtà abbiamo smarrito la Cosa Fondamentale: la connessione con il pianeta che abitiamo da ospiti ingrati, fino al punto di non vedere le pesanti conseguenze su di noi e sulle future generazioni di un simile atteggiamento, cieco e sconsiderato.

Noi, analfabeti della natura

Siamo dunque degli Analfabeti della natura, dal momento che ignoriamo o minimizziamo ciò che è primario per noi, dimentichiamo ciò che è insostituibile perla salvaguardia della terra e quindi per la vita nostra e delle future generazioni. Questa priorità è stata invece chiarissima per la “piccola” donna peruviana, che è riuscita- da novello Davide- a sconfiggere il Golia delle miniere auree, il Mostro che voleva distruggere il suo paese e rovinare in primis la risorsa fondamentale per la sopravvivenza l'agricoltura: l'acqua! Ma da dove ha preso questo coraggio, ci chiediamo? Semplice: Maxima si è avvalsa del suo profondo legame con la terra, diventando ambasciatrice e portatrice del Valore Femminile Originario, quello che “sente” qual è la Cosa Giusta da fare, che incarna la cura e la protezione della vita e dell'ambiente in cui si vive. Maxima, “analfabeta” secondo i nostri parametri, ha compreso il Danno irreparabile che stava per abbattersi su di lei e sulla popolazione andina;ha pre-visto la distruzione che sarebbe intervenuta, e NON ha abbassato il capo ma lottato senza demordere un solo istante, fino a riuscire nell’impresa: un’autentica leonessa!


Limpidezza di pensiero

Maxima in definitiva ci ricorda - ove l’ “avessimo” dimenticato – che sono le risorse naturali a darci la possibilità di vivere: l'aria l'acqua i frutti della terra, e che lo sfruttamento della terra ha un limite, e quel lite è stato da tempo superato! Quale limpidezza di pensiero, in questa piccola, grande donna, che riesce ad andare oltre le minacce e oltre le illusorie promesse che hanno attecchito, ad esempio nei nostri territori d’origine, in Basilicata, dove - con il miraggio del cosiddetto oro nero – e lo è certamente, ma solo per i petrolieri e i politici corrotti -si è intrufolato subdolamente - e non da oggi - invadendo, colonizzando e devastandol’habitat, invalidandone anche le capacità produttive agricole, che non erano da poco.

La corruzione della mente 

D’altra parte, quando accade che i cittadini,dapprima senza neanche sapere cosa succede sul posto in cui vivono, poi per denaro e in cambio di menzognere affermazioni sulla sicurezza dell’affaire, accettino supinamente la distruzione dei luoghi, ipotecando la loro stessa salute insieme al respiro della terra; quando, coltivando accuratamente la loro non conoscenza del Danno, rifiutano di “vederne l’entità,e addirittura  “chiedono” quel Danno come fonte di guadagno – ciò che in quel momento sembra fornire loro dei vantaggi – non si rendendosi conto di “tutto “ il resto - come un registro tumori sempre più allarmante-allora forse è il caso di guardare all’altezza morale, maxima direi, di questa donna che ha combattuto e vinto la sua battaglia per il diritto alla vita e il rispetto della terra.


E se seguissimo l’esempio di Maxima?

A Maxima è stato attribuito il premio Goldman 2016, il “Nobel per l’ambiente”,il più alto riconoscimento per coloro che nel mondo si battono in difesa dell’ecosistema, per giunta ad alto rischio per la propria vita, e non ci resta che prendere esempio da lei, ritornando per prima cosa a ricollegarci con la natura, riascoltandone le esigenze, che - guarda caso - coincidono- con le nostre, quelle essenziali. Forse allora, uscendo dall’allucinazione consumistica a oltranza in cui ci siamo invischiati, capiremo quante delle cose che ci affanniamo a possedere e a usare, sono in realtà non solo inutili, ma dannose, e faremo delle scelte più sagge. Maxima merita per intero la nostra ammirazione e il nostro rispetto, come essere umano evoluto e come cittadina del mondo

Teri Volini, artista biofila






martedì 24 maggio 2016

CONVEGNO: L’ARTISTA DI FRONTE ALLA NATURA

 

24 Maggio  - CONVEGNO
L’ARTISTA DI FRONTE ALLA NATURA
Nell’ambito della doppia mostra / evento Percorsi d’arte in bilocazione di Teri Volini
10 maggio- 23 giugno 2017

lunedì 23 maggio 2016

Onorare la Vita – Onorare la Morte - Un poemetto di Teri Volini in onore di Falcone e Borsellino.











Un omaggio all'eroismo silente di uomini (e donne) nei tempi 


Onorare la Vita – Onorare la Morte


I

Sulla costa occidentale dell'antica Trinacria
lungo la baia di Guidaloca

in un soleggiato pomeriggio di prima estate
sugli scisti taglienti c’inerpicammo

per raccogliere le cime piumate dell’elicriso
sature di sole. All’ombra di un arco naturale

formato da alti pini 
dominanti lo scosceso sperone

ne facemmo – insieme a Trixi –
ritorte corone

con fili d'erba  fiordalisi color del cielo
e margherite selvatiche



II


Dall'alto del promontorio biancorosato
le offrimmo poi alle onde irrequiete
del mare spumeggiante

per onorare  l'Eterno Movimento
la Bellezza  e la Sacralità
dell'Esistente

Altre due ancora ne andammo intrecciando
con delicati papaveri dal cuore d’ebano

ranuncoli ibiscus e anemoni rossi
un ciuffo di velenosi oleandri
dello stesso colore

fiori della passione e una carnosa euforbia
dalle temibili spine



III

Verso Palermo le portammo con noi
la prima posando nei pressi di Capaci

sull'autostrada dell’infamia e del tritolo
che voleva ridurre uomini troppo alti

La seconda deponemmo
sul gradino più basso di una torre antica

da allora insanguinata
nella fortezza medievale di Carini

in ricordo di Laura
la Baronessa uccisa per onore

e di tutte le donne oltraggiate
dagli infami uomini-Orco.



Dalla raccolta Universi -2015