venerdì 15 gennaio 2016

Conferenza di Parigi sul clima: o si cambia rotta o si affonda - dall’art. pubblicato su La grande Lucania 30 dic 2015

Conferenza di Parigi sul clima: o si cambia rotta o si affonda
- dall’art.  pubblicato su La grande Lucania business  il  30 dic 2015


Il 30 novembre si è aperta a Parigi la Conferenza per i cambiamenti climatici, summit internazionale di fondamentale importanza per il futuro del pianeta.
 I rappresentanti di 150 nazioni si riuniscono per porre rimedio ai danni di portata planetaria  causati dall’irresponsabilità degli umani e dall’ingordigia delle potenti oligarchìe,  interessate soltanto al profitto. Oggi, grazie ai media e alle continue sollecitazioni di quanti, singolarmente o in associazione, hanno da tempo compreso  il danno in corso, ne danno comunicazione e cercano soluzioni - le informazioni sono alla portata di tutti: il problema è la reale e rapida attuazione di quei piccoli e grandi cambiamenti spesso solo invocati!



Riflessioni

A cominciare dal piccolo,  l’essere umano – che pure vanta il privilegio dell’intelligenza e della conoscenza – sembra incredibilmente non accorgersi dell’enormità di quanto accade intorno a lui, e fatica ad attuare persino quei gesti quotidiani che potrebbero portare ad un miglioramento personale, locale e  mondiale, considerato che ogni azione – virtuosa o sconsiderata che sia – va moltiplicata per i miliardi di persone presenti sulla terra.
Passando ad un ambito più vasto - a quanto attiene alle grandi decisioni, la globalizzazione neoliberista ha norme, dispositivi, criteri che  favoriscono il privato rispetto al pubblico e al bene comune, creando meccanismi capaci di piegare  a suo favore i  principi commerciali ed economici.  La situazione viene peggiorata  dagli  enormi interessi di  lobbies spudorate che hanno -  in un lasso di tempo relativamente molto breve rispetto alla storia umana -  determinato l’inquinamento massivo globale e l’innalzamento della temperatura - e non solo questo! -  posponendo la salute della terra e dei suoi abitanti ai loro interessi finanziari.









Rubare il futuro

La cecità degli uni e degli altri ha dell’incredibile, dal momento che – trovandoci tutti sulla stessa barca – le letali conseguenze di tali atteggiamenti ricadono “equamente” su tutti e, cosa ancora più grave, sulle future generazioni, alle quali stiamo letteralmente rubando il futuro. Dobbiamo perciò augurarci che il Summit raggiunga lo scopo che proclama, e che le dichiarazioni non rimangano tali. Diverse le barriere da eliminare




Ostacoli e dubbi

Al primo posto,  quelle frapposte dai  tentacolari imperi economici con la pressione di multinazionali  così potenti da far sorgere il dubbio che siano capaci di qualsiasi delitto pur di mantenere lo status quo, persino di creare quella confusione in cui il terrore determina un blocco o un freno all’attenzione  per le improrogabilità ambientali. Che ci sia il loro zampino – o meglio l’artiglio – nei più recenti atti terroristici, non è certo idea peregrina, considerati anche i collegamenti  esistenti con  le falangi impazzite dell’islamismo, grazie al traffico delle armi, alle risorse petrolifere etc. (Non sia fuori luogo ricordare che c’è anche l’Italia tra le numerose nazioni “civili” che producono e vendono armi, e che riguardo alla follia petrolifera, è stato fatto un decreto, lo “sblocca Italia”, che proprio mentre l’era del petrolio sta per finire, dà mano libera alle società cacciate da altri luoghi ormai esausti, per fare scempio anche nella nostra regione, la Basilicata).








Fraintendimenti
Di certo le potenze economiche non trarrebbero alcun vantaggio dai mutamenti,  tanto desiderati da chi ha come priorità la Vita sul pianeta, e a quanto  pare  l’etica e la coscienza sono  per loro concetti inusuali! Altri ostacoli sono frapposti dal frainteso “recupero” delle nazioni in via di sviluppo, che stanno compiendo gli stessi gravi errori delle loro sorelle occidentali, e pretenderebbero di continuare su quella via,  quasi  fosse un loro diritto inquinare come quelle prima di loro, cieche di fronte alle conseguenze letali per le  loro stesse popolazioni.





Speranza e priorità

Tuttavia, nonostante le difficoltà e i tentativi diabolici  di distrazione di massa, gli atti infami per incutere paura e  sminuire quell’energia che – sola - può attivare le decisioni salvifiche e impedire una catastrofe, noi ci auguriamo che tutto vada per il meglio. per il bene del pianeta e dei suoi ingrati abitatori. In fondo, nonostante tutto, la Conferenza è iniziata e ben 600.000 persone hanno manifestato pubblicamente in diverse nazioni, mentre moltissime altre, pur senza visibilità mediatica, ne hanno sostenuto l’intento e le richieste, consapevoli  dell’improrogabilità della  svolta.
Le parole non bastano più, ci vogliono i fatti e una saggezza finora  mancata.

Il cambiamento deve sostanziarsi sopratutto  nell’eticità delle scelte relative all’energia,   che provenga da fonti veramente sostenibili; nella ricerca ad oltranza  di  alternative -   non pilotate da interessi - ai deleteri carburanti fossili (petrolio, carbone, etc.) per  avere energia pulita  ed etica…  E poi ci sono gli allevamenti e le culture intensive, la qualità dell’agricoltura, la deforestazione, etc. etc. etc.



Decrescita

Ma - ciò che spesso viene dimenticato - cambiare rotta significa anche non perseguire accanitamente una crescita lineare e sconsiderata, i cui danni sono il risultato dello spreco insensato che ha caratterizzato il nostro stile di vita. Abbiamo pensato che le risorse del pianeta fossero inesauribili, sfruttandolo in maniera assurda, come un oggetto da dominare e sfruttare;  chiuso gli occhi sullo strascico di distruzione che ci lasciavamo dietro, e che ancora continuiamo a ignorare.  Auguriamoci dunque che i capi delle potenze mondiali si auto-invèstano della saggezza e lungimiranza necessarie per cambiare davvero rotta, pena un miserabile  naufragio ..


Prof.ssa Teri Volini

Artista  biofila e operatrice culturale

terivolini.art@gmail.com


2 commenti:

  1. Cara Teri, come già sai condivido ogni concetto che hai espresso nel tuo articolo, che ho letto attentamente.
    Purtroppo temo che riporre speranze di cambiamento in questo sistema politico dominante, che è espressione passiva del sistema economico e finanziario dominante, rappresenti solo un'illusione che cerchiamo di crearci per non essere disperati.
    Solo se da questo momento fermassimo tutta la mega macchina industriale globale, comprese tutte quelle guerre e quelle attività altamente energivore e inquinanti, forse, dico forse, riusciremmo a mantenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 gradi. Ogni altra opzione di facciata, e penso che queste opzioni saranno le uniche che decideranno di praticare, con criminale incoscienza, sarà inefficace. In tal caso, quando l'aumento della temperatura media del pianeta avrà superato i 4 gradi, scompariremo, se non ci penserà prima qualche cataclisma ecologico.
    Quando parliamo in questi termini ci accusano, ovviamente, di catastrofismo...
    Ma non siamo noi ad essere catastrofisti, sono loro che stanno decretando il suicidio dell'umanità.
    Grazie Teri
    Paolo

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  2. Paolo, mi dispiace molto che tu - con milta ragione- dica delle cose rispondentio a verità... devo anche dire che sono spesso tentyata anch'io di esperimermi allo stesso modo, ma - seguendo la regola che chi più ha consapevolezza deve in qualche modo pigliarsi ancjhe il peso di quel dolore e di quella disperazione e -tenendola coraggiosamente a bada, non evidenziarla, non metterla al primo piano, altrimenti la situazione diventa disperata , prima psiciologicamente, poi nel concreto, nel senso che la maggior parte della gente - già inerte e priva di energia vitale , già lobotomizzata - fa ancor meno di quanto già non faccia....
    ecco il mpotivo della linea soft e sempre con un angolino di speranza da me adottatata. Per il resto, quanto dici è più che vero, ma è mia convinzione che se nel nostro piccolo non perdiamo del tutto la speranza nel cambiamento e facciamo di continuo e con fermezza i nostri piccoli, medi e grandi gesti simbolici, riversandone poi gli effetti nel nostro stile di vita e nei gesti di comunicazione , come possono essre dialoghi con la gente o articoli -che personalmente scrivo rubando il tempo al sonno e al riposo o ad altre attività magari più concrete e redditizie -forse ancora qualcosa può cambiare ..comunque grazie e se tii vuoi niscrivere al blog osarà più facile comunicare , essendo pochi più interessati a simili argomenti , che la massa ignora e DESIDERA IGNORARE . Basta vedere iul quasi ignoramento allla pubblicazione dell'art su fb x rendersene conto

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