mercoledì 30 novembre 2016

Un altro femminicidio in Basilicata

 

Targa per Grazia Gioviale, vittima della violenza del maschile disadattato
e di una cultura non evoluta...

      
Purtroppo la nostra regione non è esente dalla violenza di genere: vanta anzi un triste primato, quello dell’ampia nomea di alcune delle vicende più tragiche, come quella di Elisa Claps, nota a livello internazionale. La studentessa 16enne scomparve nel ‘93, e solo 17 anni dopo se ne scoprirono i resti nel sottotetto di una chiesa a Potenza. Per l'omicidio è stato condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, ma le indagini continuano, per i dubbi degli investigatori su presunti silenzi nell'ambiente ecclesiastico locale.



Un cambiamento radicale

Il fenomeno non accenna a scemare, né sembrano valere leggi restrittive o minacce di punizioni: ciò che occorre è un mutamento culturale, un cambio radicale della mentalità comune! Proviamo a partire da una breve riflessione sulle motivazioni che “portano” al femminicidio. Cosa c’è alla base di quest’odio, di questa violenza, se non il desiderio - da parte di un maschile profondamente malato - di avere il possesso, il controllo sulla donna?

In verità, questo è ciò che é avvenuto in tutto il tempo storico, ed ancor oggi una cultura non sufficientemente equilibrata produce uomini facili alla paranoia, non disposti a dare rispetto né protezione, né a capire il vero significato dell’Amore, che mai può essere potere, costrizione, uso della forza, desiderio di annientamento di un altro essere .. compresi se stessi e gli stessi figli, spesso coinvolti nella follia distruttiva.


Ma c’è di peggio: ci rendiamo conto che la violenza non si dirige “solo” contro la donna, ma è sempre più un attacco generalizzato contro il Principio stesso  della Vita, di cui il femminile è portatore! Invece di onorare il Valore che ciascuna creatura femminile condivide, e da cui dipende il futuro di ogni specie vivente, nel 3° millennio si abusa della donna e del suo corpo con la stessa feroce noncuranza con cui di abusa dell’habitat.



Il conio di un nuovo termine può aiutare

Lo stupro della donna e quello della terra avvengono in contemporanea. Queste considerazioni mi hanno spinto a coniare un termine ancora più complesso rispetto a femminicidio, inclusivo di quella terribile doppia violenza: il FEMMINILICIDIO: esso ci fa capire che è in gioco la sopravvivenza stessa del genere umano e del pianeta vivente.

Non si tratta di un gioco linguistico, dal momento che il termine dichiara l’attentato di una parte insana del genere umano a sé stesso: distruggendo la femmina che porta nel suo ventre le generazioni, le nutre e se ne prende cura da secoli; distruggendo l’ambiente in cui vive e che gli permette di vivere, di respirare, dissetarsi, nutrirsi, e di godere della bellezza, se lasciato intatto e incontaminato. Paradossalmente, quello stesso principio necrofilo, basato sulla pratica costante e mitizzata della guerra e della violenza, dopo aver dominato per i circa 6.000 anni storici, oggi sembra essersi concentrato in una sorta di mostruosa cristallizzazione - continuando a generare ancora guerre, corruzione politica e sociale, un’economia malata, e l’agghiacciante distruzione del pianeta.


                                                        ...

Un tragico presente, un passato esemplare: L’antica civiltà minoica, una cultura della pace e dell’armonia

Se “la storia” c’insegna che la guerra e la violenza sono esistite da sempre, che sono connaturate al genere umano, che possiamo fare? La gravità della situazione ci porta a chiederci se ciò sia vero, o se non siano esistiti modi di vivere meno deleteri, che possano essere d’esempio per un mondo in cui la pace, il rispetto e la cura della vita siano predominanti, offrendo una speranza a noi umani di oggi. Proviamo a dare uno sguardo al passato più remoto, pre-istorico, poco o niente segnalato dalla storia ufficiale! Scopriremo che nell’Antica Europa, all’incirca tra il 7000 a.c e il 3-2500 a.c, la società era organizzata sulla base di valori egualitari tra uomini e donne (gilania), e solo in un secondo tempo – si parla di molti millenni - una serie di ondate migratorie proveniente dal sud della Russia, ad opera di popoli indoeuropei chiamati Kurgan, imposero un modello androcratico e autoritario (il patriarcato).

Fu la meritoria studiosa Marija Gimbutas a scoprire con i suoi ritrovamenti archeologici le prove concrete di una modalità pacifica alle origini dell’umanità: "Tale cultura trasse intenso piacere dalle meraviglie naturali di questo mondo. La sua gente non produsse armi letali, né costruì forti in luoghi inaccessibili - come avrebbero fatto i successori - neppure quando conobbe la metallurgia. Eresse invece magnifiche tombe-santuari, templi, case confortevoli in villaggi di modeste dimensioni e creò superbe ceramiche e sculture.

Fu questo un periodo di notevole creatività e stabilità, un'età libera da conflitto". 1)
La sua rivoluzionaria scoperta distrugge la tesi dell’esistenza ab origine della guerra e della violenza come connaturate all’essere umano.

Anche la civiltà minoica possedeva tali caratteristiche, ed in tutte le più antiche e misconosciute civiltà matrilineari le donne erano rispettate e divinizzate, proprio perché incarnavano quel principio della Vita che permetteva al genere umano di perpetuarsi: ed era il neolitico! Nelle splendide immagini degli affreschi della civiltà cretese sopravvissuti ai cataclismi che ne determinarono la scomparsa, è possibile vedere chiaramente quanto elevata fosse la considerazione delle donne: sacerdotesse, tessitrici, creatrici di alta moda, alla guida di carri e capaci persino di toreare insieme ai maschi, in modo incruento, nel gioco della taurocapsia … Oggetto di rispetto come rappresentanti in terra della divinità, esse potevano andare in giro in topless, mostrando il loro seno e l’ombelico come segni di bellezza e fecondità, e come tali, intoccabili da violenza e sopraffazione, dal momento che il loro corpo era considerato sacro... 2)

Di fronte alle prove dell’esistenza di civiltà che si espandevano in bellezza e pace, come nei ritrovamenti dell’Antica Europa e nelle immagini mitologiche di Creta, c’è il riconoscimento del Principio della vita, del Valore femminile e della nostra unità con la Terra: tutto ciò a cui dobbiamo fare ritorno per la sopravvivenza ecologica e dell’umanità, e per cancellare definitivamente dal nostro vocabolario termini come femminicidio e femminilicidio.

Nota 1) Marija Gimbutas, Il Linguaggio della Dea, Longanesi, 1989
Nota 2) Teri Volini, Il modo di vestire delle nostre antenate. Delta Edizioni, 1996


articolo pubblicato su La Grande Lucania  nov./ dic. 2016





Parlando  d’inquinamento, ci riferiamo di solito alla cappa incombentesulle nostre città soprattutto nei mesi invernali: gas di scarico di automezzi, fumi di  caldaie, ciminiere di fabbriche e quant'altro. Lo smog è per tutti  un  grosso problema, segnalato  ufficialmente dai  bollettini, che stilano periodicamente classifiche dei luoghi più esposti e dei rischi per la popolazione.    
Esiste però anche un tipo di minaccia per la salute, meno visibile ma altrettanto rilevante, presente nei luoghi dove abitiamo e lavoriamo. Negli edifici esistono grossi problemi legati a sostanze contaminanti usate in edilizia, capaci di creare una sensibilità non facile da focalizzare: tutta una serie di sostanze chimiche presenti in strutture e arredi.

Quando non c’è  limite al peggio

Se in molti casi tali effetti non erano noti in passato, e man mano che venivano  scoperti si  provvedeva a eliminare le sostanze venefiche, in molti altri casi  siamo ancora a rischio, per i casi di omertà costruttive al limite del crimine, con uso di terre e  sabbie di dubbia derivazione, materiali impregnati addirittura di sostanze radioattive, con le immaginabili conseguenze.   
Ma anche senza arrivare ai casi estremi,  sono diversi negli ambienti  interni i disturbi da inquinanti, classificati come “Sindrome da edificio malsano” - mal di testa,  torpore,  irritazioni agli occhi, nausea,  sonnolenza etc.  -  Uscendo e allontanandosi dai luoghi incriminati, i sintomi si attenuano o scompaiono:  ma bisogna “sapere”,  essere consapevoli del problema ed eliminare le cause, per evitare i danni.
Il distacco dalla natura 
Oggi la popolazione urbana trascorre gran parte del proprio tempo in luoghi chiusi, respirando suo malgrado un’aria a più livelli insana: gas di combustione dei fornelli, fumo di sigaretta, diretto o passivo; prodotti chimici per la pulizia della casa (zeppi di ftalati  persino e soprattutto nella parte più “piacevole”, il cosiddetto profumo!) etc.

D’altronde, a causa del nostro distacco dalla natura  e grazie all’incessante pubblicità, in solo 50 anni i prodotti chimici hanno sostituito completamente  i tanti rimedi naturali usati per secoli, che all’indubbia efficacia univano l’innocuità.
Anche l’uso massiccio di televisori, computer, cellulari, etc. contribuisce a un tipo d’inquinamento molto subdolo, perché invisibile: quello elettromagnetico, specie oggi che l’onnipresente wifi coinvolge anche coloro che non ne fanno direttamente uso, bambini, anziani e ammalati compresi. Nessun tipo di cautela viene suggerito a tale proposito, nemmeno di tipo precauzionale.
Per quanto riguarda gli arredi, ci sono  i veleni contenuti nei mobili di legno trattato – antitarlo  e simili - o nei truciolati, compattati con collanti dannosi, come la  formaldeide, usata per tanto tempo prima di conoscerne i grossi danni. Ci sono poi i coloranti delle stoffe e degli oggetti, gli allergeni, gli acari, le  muffe, etc.

Qualche piccolo  rimedio

In attesa di un’auspicata maggior attenzione legislativa e ad un controllo ufficiale veramente adeguato “a monte”, cosa possiamo fare per attenuare in qualche modo i danni? Cambiare l’aria almeno una volta al giorno (sempre che  quella esterna sia abbastanza pulita,  scegliendo gli orari più favorevoli, di minor traffico o dopo che il vento o la pioggia l’hanno schiarita) può servire? 
Certo è utile sostituire i prodotti chimici per la pulizia di casa, biancheria e personale con altri più naturali: ricordarsi che su tutto rimangono residui dannosi, nelle fibre dei capi, sulla pelle,  e che molti cosmetici o saponi subiscono  la presenza di conservanti, additivi e ogni sorta di elementi a rischio.
Contro le muffe e i funghi che  si formano  in bagno o in cucina, controllare  le perdite d'acqua e stendere i panni all’esterno...
Nei luoghi di lavoro sistemare stampanti  fotocopiatrici, macchine termiche in apposite stanze ventilate o comunque lontano dalle scrivanie, e badare agli inchiostri utilizzati. Ancora maggior attenzione in  casa, osservando equilibrati tempi di lavoro e di vicinanza alle macchine

La lista delle precauzioni sarebbe molto lunga e complessa, comprendendo anche pulizia e manutenzione di radiatori e filtri dei condizionatori d’aria;  le polveri sottili che ci portiamo da fuori e il modo di spolverare; senza parlare dei collanti di tappezzerie, pannelli,  pavimentazioni  e dei mastici, da usare il meno possibile, essendo gomme o resine sciolte in solventi, come toluene, xilene, pentano, nitropropano, benzene e stirene, idrocarburi che per "funzionare"devono evaporare, rilasciando particelle chimiche nell'aria, da noi inevitabilmente respirate.

 
L’aiuto della natura
E proprio dalla  natura da noi ignorata e maltrattata, vengono suggerimenti utili: ad es., al posto  della naftalina -  emicranie, nausea, sindrome da affaticamento  -  meglio  le castagne d’india (i frutti dell’ippocastano), che   sono  antitarme. Per profumare gli ambienti,  alla chimica preferire rametti di arbusti naturalmente profumati, raccolti durante la potatura,  o l’ottima  lavanda e  i trucioli di cedro per  gli armadi.  Una specifica ricerca su manuali di prodotti naturali o in web, fornirà una miriade di consigli utili al proposito!
Non  dimentichiamo inoltre che -  mentre gli umani inquinano la terra a tutto spiano  - le piante non solo contribuiscono a rifornirci dell’ossigeno indispensabile alla vita, ma ci offrono le loro potenzialità anti inquinanti anche in interno, assorbendo  molti  elementi dannosi, elettromagnetismo e  pollini compresi.  Le più efficaci  sono  il filodendro, l’aloe vera, l'areca palmata, il ficus, l’edera, la dieffenbachia e la dracena; il "tronchetto della felicità" agisce contro  formaldeide e  benzolo: insomma, il loro potere è così grande da suggerirne un uso costante, anche per la loro bellezza e la presenza d’un elemento“vivo”.

Teri Volini, artista biofila 




venerdì 11 novembre 2016

Tempa Rossa: sul ponte sventola bandiera bianca.



















TEMPA ROSSA

Sul ponte sventola bandiera bianca 


Articolo pubblicato su La Grande Lucania il  28 ottobre 2016



Trovandovi in Basilicata, tra Potenza e i boschi di  Sellata, verso Anzi, Calvello, Laurenzana, fino a  Corleto e Guardia, sarete  piacevolmente sorpresi dalla bellezza dei luoghi,  dalla magia dei chiaroscuri , dei profumi  delle erbe selvatiche e medicamentose; in primavera, dal giallo aromatico delle ginestre in fiore, dalla delicatezza delle rose canine; in estate  dalle fragoline di bosco occhieggianti tra le chiazze di sole- ombra,  sotto i magnifici  grandi alberi.  Siamo nella zona Camastra Alto Sauro, i cui confini naturali sono la  Sellata a nord,  i monti Arioso, Calvelluzzo , Volturino a ovest; la valle del Sauro a sud e a Est il monte Caperrino (prossimo alle Piccole Dolomiti Lucane).  La popolazione complessiva  è di circa 12.500 abitanti,  su una superficie di 51.560 ettari. Sorprendente il  patrimonio forestale della zona,  con  21.000 ettari caratterizzati da latifoglie, querceti, faggete, castagneti e boschi misti, conifere e cedri. Predominano i boschi formati da cerro, faggio e abete bianco,  che in territorio di Laurenzana offrono un biotipo di estremo interesse.


Una buona Guardia?

Oltre ai fiumi e alle fiumare, molte sono le sorgenti, come testimoniano le numerose fontane anche lungo la strada. I borghi sono suggestivi, e tra gli altri mi ha colpito, avendoci soggiornato per qualche giorno ospite di un’amica, Guardia Perticara. Il paese, con i suoi vicoli stretti, i  portali antichi, le ripide scalinate, le case arroccate e i palazzi in pietra, domina un tratto della valle del torrente Sauro, affluente dell’Agri,  ed è in diretto rapporto con l'area costiera ionica. Grazie a buoni  interventi di recupero post terremoto’80, è armonioso e architettonicamente coerente, con  pietre “a vista",  angoli  caratteristici e piccoli orti/giardini. Francesco Rosi vi ha girato molte sequenze del film "Cristo si è fermato a Eboli". Da notare la vicinanza con Aliano, paese dove soggiornò Carlo Levi, e con altri luoghi singolari da scoprire: calanchi e grotte, panorami  di una solenne grandiosità. Basandosi sulle possibilità d’attrazione turistica, molti abitanti avevano messo su delle strutture di ricevimento, ristoranti, bar, gelaterie, Bed & Breakfast.

La colonizzazione infinita

Peccato che tutto questo sia destinato a finire, dal momento che -  non  bastando   l'invasione di tanti altri territori della regione -  Calvello, Val d'Agri  etc.  - la colonizzazione delle grandi multinazionali  è in ruggente espansione ,  “grazie “ alla solerte compagnia petrolifera Total, insieme a Shell e Mitsui.
L’assedio è già molto avanzato, dato che lo scopo è di  aprire oltre una dozzina di pozzi  estrattivi, alcuni già attivi, altri in attesa di  “licenza”.
Così, ancora una volta,  invece di puntare sulle bellezze del territorio, sul suo patrimonio forestale e agricolo, sulle presenze archeologiche e sulla purezza dell’aria e dell’acqua - e in definitiva sulla salute della gente -   ci si offre in sacrificio alla Total.

Forse è il caso di ricordare che forare la terra per estrarre il petrolio non è esattamente la stessa cosa che farlo per trovare acqua?
Il processo prevede l’immissione di sostanze spaventosamente venefiche,  distruttive a lungo termine: ma tutto è in marcia per la costruzione del centro di trattamento oli, dove gli idrocarburi convogliati tramite una rete di condotte interrate, verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (grezzo, gas combustibile, zolfo, GPL) e poi spediti tramite canalizzazioni interrate differenziate.



La Grande discarica 

La costruzione di un centro di stoccaggio gpl (2 serbatoi interrati della capacità totale di 3.000 m³) dotato di 4 punti di carico stradale - è già attiva a Guardia Perticara; mentre si punta ai 13 pozzi, procede la realizzazione  di infrastrutture di servizio (adeguamento di strade comunali, realizzazione dei sistemi per l'alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento, connessione alle reti esistenti per il trasporto e la distribuzione degli idrocarburi).
Il bello è che - ad ammissione della stessa multinazionale -   “la concessione si trova nel cuore di una regione ad alto valore turistico per la bellezza dei suoi paesaggi; si estende su un territorio geologico segnato da una sismicità non trascurabile e una rete idrogeologica complessa. A queste particolarità si aggiunge un patrimonio archeologico di primo piano”: parola di Total, una delle una delle multinazionali più temibili,  responsabile anche di violazione dei diritti umani in Birmania,  come ha  coraggiosamente mostrato  la regista Milena Kaneva nel suo film Total Denial, visibile  on line.


La consapevolezza  delle priorità

Facilmente immaginabili le conseguenze:  nel Totale  silenzio  ci prepariamo a dire addio non solo alla salubrità dell'aria delle acque e del terreno, ma a tutte le coltivazioni già presenti sul territorio e che dovrebbero invece essere potenziate, vista l’importanza che la buona agricoltura ha sulla nostra salute e sulla nostra vita:  è a questo che si dovrà tornare, anche puntando su di essa dal lato economico e  occupazionale.
Fortunatamente è ciò che sempre più viene fatto da  imprenditori lungimiranti  e da amministratori coscienti e bene informati, laddove emerge la consapevolezza  di ciò che è veramente importante nella vita. Se basate su etica e  conoscenza, le nuove metodologie imprenditoriali in agricoltura possono coniugarsi con gli antichi saperi, con ciò che di meglio offre il “nuovo”, per essere la via che si dovrà - e che converrà -  percorrere: quella dell’agricoltura biologica, cioè organica, naturale, non intensiva, non inquinata da pesticidi , concimi chimici etc.
Tutto il mondo più avanzato e  consapevole si sta decisamente orientando in tal senso, dopo aver visto i danni immani che il cibo industriale -  spazzatura -  provoca, incrementando  ogni sorta di malattie, in primis le cardiopatie , i tumori, il diabete , le allergie etc.  Senza considerare l’enormità e la permanenza del Danno sul territorio.


Einstein era ottimista?

Si obietta che il “petrolio”crea lavoro: ma che cosa valgono quei soldi infetti, rispetto alla salute del territorio e delle persone? Dei bambini? Com’è possibile che si chiudano gli occhi sulle conseguenze per le future generazioni? Non è sufficiente osservare cosa  è successo  negli altri luoghi già contaminati da questa devastante presenza,  i registri tumori che aumentano all'infinito, l'agricoltura compromessa per sempre?  Chi può essere tanto lobotomizzato (comprese le vittime dirette, presenti e future) da non rammaricarsi  di fronte alla rovina di ciò che è essenziale, l’acqua, l’aria, le coltivazioni, gli uliveti, gli alberi da frutta, le granaglie  e gli orti che qui sorgono dappertutto, in particolare nelle zone pianeggianti dei luoghi  sotto attacco? Di fronte al fatto incontestabile  che  questi  territori sono destinati all’avvelenamento Totale, per essere poi miseramente abbandonati a fine sfruttamento, come accade  similmente in tante parti del mondo sottoposte al “trattamento” ...

Era troppo ottimista Einstein quando diceva che gli umani usano solo l’1% della loro intelligenza, per non parlare dell’anima…  

Teri Volini


Link film Total Denial, visibile in web - regista Milena Kaneva http://www.documentarytube.com/videos/total-denial-film-by-milena-kaneva


Total Denial è il racconto di una storica azione legale: quindici abitanti di un villaggio situato nella giungla della Birmania, fanno causa a un gigante dell'industria del petrolio responsabile di violazione dei diritti umani. La battaglia, durata dieci anni, si è conclusa con quella che sembrava una vittoria impossibile. Ed è anche la storia di Ka Hsaw Wa, uno dei leader del movimento per la democrazia in Birmania dal 1988. Ricercato dalla polizia anche in Tahilandia, si è nascosto per più di sette anni nella giungla, raccogliendo le prove di migliaia di abusi, un genocidio silenzioso appoggiato dall'esercito e finanziato dalle compagnie petrolifere Total e Unocal. Il documentario è stato insignito del Premio speciale per i diritti umani allo One World Festival 2006 di Praga
Milena Kaneva (Rousse, Bulgaria), , ha studiato recitazione presso la Sofia Theater and Film Academy. In Italia dal 1987, inizia a lavorare come giornalista e produttrice, realizzando reportage in Europa orientale, Africa e Sud America. Nel 2000 realizza il suo primo documentario, The Initiation.


Link alcuni  articoli Teri Volini sul tema:

2015
Il Popolo dei Baccelli- Pubblicazione Articolo su Grande Lucania business -
Trivelle di morte e trivelle di vita di vita- su La Grande Lucania business  http://terivolini.blogspot.it/2015/07/trivelle-di-morte-e-trivelle-di-vita.html

4 luglio-  Pubblicazione per lettura integrale dell’articolo sulle alternative al petrolio La rivincita del Pyrococcus furiosus  Ovvero: è possibile fare a meno del petrolio? Già pubblicato su La Grande Lucania maggio – giugno su blog:

Pubblicazione art su blog Apocalipse Now? 7 - 7 -15


2016

IO MI FACCIO IN 4 PER LA NATURA, E TU? Contro le trivellazioni votiamo SI il 17 aprile
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/io-mi-faccio-in-4-per-la-natura-e-tu.html

Un Concetto di Arte al Servizio del Mondo in link - Alcune Opere di Teri Volini
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/un-concetto-di-arte-al-servizio-del.html

La pungente paladina della lotta per l'agricoltura sostenibile
http://terivolini.blogspot.it/2016/03/condivisione-del-testo-integrale.html

aprile 
maggio 
una torta come strumento di distrazione di massa 
http://terivolini.blogspot.it/2016/05/una-torta-come-strumento-di-distrazione.html