mercoledì 30 novembre 2016

articolo pubblicato su La Grande Lucania  nov./ dic. 2016





Parlando  d’inquinamento, ci riferiamo di solito alla cappa incombentesulle nostre città soprattutto nei mesi invernali: gas di scarico di automezzi, fumi di  caldaie, ciminiere di fabbriche e quant'altro. Lo smog è per tutti  un  grosso problema, segnalato  ufficialmente dai  bollettini, che stilano periodicamente classifiche dei luoghi più esposti e dei rischi per la popolazione.    
Esiste però anche un tipo di minaccia per la salute, meno visibile ma altrettanto rilevante, presente nei luoghi dove abitiamo e lavoriamo. Negli edifici esistono grossi problemi legati a sostanze contaminanti usate in edilizia, capaci di creare una sensibilità non facile da focalizzare: tutta una serie di sostanze chimiche presenti in strutture e arredi.

Quando non c’è  limite al peggio

Se in molti casi tali effetti non erano noti in passato, e man mano che venivano  scoperti si  provvedeva a eliminare le sostanze venefiche, in molti altri casi  siamo ancora a rischio, per i casi di omertà costruttive al limite del crimine, con uso di terre e  sabbie di dubbia derivazione, materiali impregnati addirittura di sostanze radioattive, con le immaginabili conseguenze.   
Ma anche senza arrivare ai casi estremi,  sono diversi negli ambienti  interni i disturbi da inquinanti, classificati come “Sindrome da edificio malsano” - mal di testa,  torpore,  irritazioni agli occhi, nausea,  sonnolenza etc.  -  Uscendo e allontanandosi dai luoghi incriminati, i sintomi si attenuano o scompaiono:  ma bisogna “sapere”,  essere consapevoli del problema ed eliminare le cause, per evitare i danni.
Il distacco dalla natura 
Oggi la popolazione urbana trascorre gran parte del proprio tempo in luoghi chiusi, respirando suo malgrado un’aria a più livelli insana: gas di combustione dei fornelli, fumo di sigaretta, diretto o passivo; prodotti chimici per la pulizia della casa (zeppi di ftalati  persino e soprattutto nella parte più “piacevole”, il cosiddetto profumo!) etc.

D’altronde, a causa del nostro distacco dalla natura  e grazie all’incessante pubblicità, in solo 50 anni i prodotti chimici hanno sostituito completamente  i tanti rimedi naturali usati per secoli, che all’indubbia efficacia univano l’innocuità.
Anche l’uso massiccio di televisori, computer, cellulari, etc. contribuisce a un tipo d’inquinamento molto subdolo, perché invisibile: quello elettromagnetico, specie oggi che l’onnipresente wifi coinvolge anche coloro che non ne fanno direttamente uso, bambini, anziani e ammalati compresi. Nessun tipo di cautela viene suggerito a tale proposito, nemmeno di tipo precauzionale.
Per quanto riguarda gli arredi, ci sono  i veleni contenuti nei mobili di legno trattato – antitarlo  e simili - o nei truciolati, compattati con collanti dannosi, come la  formaldeide, usata per tanto tempo prima di conoscerne i grossi danni. Ci sono poi i coloranti delle stoffe e degli oggetti, gli allergeni, gli acari, le  muffe, etc.

Qualche piccolo  rimedio

In attesa di un’auspicata maggior attenzione legislativa e ad un controllo ufficiale veramente adeguato “a monte”, cosa possiamo fare per attenuare in qualche modo i danni? Cambiare l’aria almeno una volta al giorno (sempre che  quella esterna sia abbastanza pulita,  scegliendo gli orari più favorevoli, di minor traffico o dopo che il vento o la pioggia l’hanno schiarita) può servire? 
Certo è utile sostituire i prodotti chimici per la pulizia di casa, biancheria e personale con altri più naturali: ricordarsi che su tutto rimangono residui dannosi, nelle fibre dei capi, sulla pelle,  e che molti cosmetici o saponi subiscono  la presenza di conservanti, additivi e ogni sorta di elementi a rischio.
Contro le muffe e i funghi che  si formano  in bagno o in cucina, controllare  le perdite d'acqua e stendere i panni all’esterno...
Nei luoghi di lavoro sistemare stampanti  fotocopiatrici, macchine termiche in apposite stanze ventilate o comunque lontano dalle scrivanie, e badare agli inchiostri utilizzati. Ancora maggior attenzione in  casa, osservando equilibrati tempi di lavoro e di vicinanza alle macchine

La lista delle precauzioni sarebbe molto lunga e complessa, comprendendo anche pulizia e manutenzione di radiatori e filtri dei condizionatori d’aria;  le polveri sottili che ci portiamo da fuori e il modo di spolverare; senza parlare dei collanti di tappezzerie, pannelli,  pavimentazioni  e dei mastici, da usare il meno possibile, essendo gomme o resine sciolte in solventi, come toluene, xilene, pentano, nitropropano, benzene e stirene, idrocarburi che per "funzionare"devono evaporare, rilasciando particelle chimiche nell'aria, da noi inevitabilmente respirate.

 
L’aiuto della natura
E proprio dalla  natura da noi ignorata e maltrattata, vengono suggerimenti utili: ad es., al posto  della naftalina -  emicranie, nausea, sindrome da affaticamento  -  meglio  le castagne d’india (i frutti dell’ippocastano), che   sono  antitarme. Per profumare gli ambienti,  alla chimica preferire rametti di arbusti naturalmente profumati, raccolti durante la potatura,  o l’ottima  lavanda e  i trucioli di cedro per  gli armadi.  Una specifica ricerca su manuali di prodotti naturali o in web, fornirà una miriade di consigli utili al proposito!
Non  dimentichiamo inoltre che -  mentre gli umani inquinano la terra a tutto spiano  - le piante non solo contribuiscono a rifornirci dell’ossigeno indispensabile alla vita, ma ci offrono le loro potenzialità anti inquinanti anche in interno, assorbendo  molti  elementi dannosi, elettromagnetismo e  pollini compresi.  Le più efficaci  sono  il filodendro, l’aloe vera, l'areca palmata, il ficus, l’edera, la dieffenbachia e la dracena; il "tronchetto della felicità" agisce contro  formaldeide e  benzolo: insomma, il loro potere è così grande da suggerirne un uso costante, anche per la loro bellezza e la presenza d’un elemento“vivo”.

Teri Volini, artista biofila 




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